once pristine . inferno . text
   
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  canto iv     dante
7 a clap of thunder wakes me up : i get up and look around to see where i am : i am on the edge of the dismal valley of infinite thunder : it is foggy so that i can't see anything inside : 'let's go down now' says virgil, 'i will lead , you follow' : i can see he is pale, so i ask 'how can i go when you are afraid' : 'you mistaken my pity for fear' virgil answers, 'let's go' : so he makes me enter the circle that surronds the abyss :   1
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Ruppemi l’alto sonno ne la testa
un greve truono, sì ch’io mi riscossi
come persona ch’è per forza desta;

e l’occhio riposato intorno mossi,
dritto levato, e fiso riguardai
per conoscer lo loco dov’ io fossi.

Vero è che ’n su la proda mi trovai
de la valle d’abisso dolorosa
che ’ntrono accoglie d’infiniti guai.

Oscura e profonda era e nebulosa10
tanto che, per ficcar lo viso a fondo,
io non vi discernea alcuna cosa.

«Or discendiam qua giù nel cieco mondo»,
cominciò il poeta tutto smorto.
«Io sarò primo, e tu sarai secondo».

E io, che del color mi fui accorto,
dissi: «Come verrò, se tu paventi
che suoli al mio dubbiare esser conforto?».

Ed elli a me: «L’angoscia de le genti
che son qua giù, nel viso mi dipigne20
quella pietà che tu per tema senti.

Andiam, ché la via lunga ne sospigne».
Così si mise e così mi fé intrare
nel primo cerchio che l’abisso cigne.

       
8 rather than moans i hear only sighs that make the dead air tremble : they aren't tortured, only sad : 'you don't ask who these souls are' says virgil, 'i will tell you before we move on, these people did not sin, but they are condemned to Limbo because they were not baptized, i am among these souls : we live without hope and in desire' : i am sad to hear this, because i know there are great souls here in Limbo : 'tell me virgil' i say, 'are there any who have come here and thhen been blessed?' : virgil understands my hint and replies: 'when i was first here a mighty one came and took the souls of adam, abel, noah, moses, abraham, david, israel, rachel and many others from Limbo' : we stop walking as virgil speaks but still we pass through a forest of crowded ghosts : i see a fire breaking the darkness, i can see that esteemed souls sit there : 'virgil' I ask 'who are these souls honored to be apart from the crowd?'   25
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Quivi, secondo che per ascoltare,
non avea pianto mai che di sospiri
che l’aura etterna facevan tremare;

ciò avvenia di duol sanza martìri,
ch’avean le turbe, ch’eran molte e grandi,
d’infanti e di femmine e di viri.30

Lo buon maestro a me: «Tu non dimandi
che spiriti son questi che tu vedi?
Or vo’ che sappi, innanzi che più andi,

ch’ei non peccaro; e s’elli hanno mercedi,
non basta, perché non ebber battesmo,
ch’è porta de la fede che tu credi;

e s’e’ furon dinanzi al cristianesmo,
non adorar debitamente a Dio:
e di questi cotai son io medesmo.

Per tai difetti, non per altro rio,40
semo perduti, e sol di tanto offesi
che sanza speme vivemo in disio».

Gran duol mi prese al cor quando lo ’ntesi,
però che gente di molto valore
conobbi che ’n quel limbo eran sospesi.

«Dimmi, maestro mio, dimmi, segnore»,
comincia’ io per voler esser certo
di quella fede che vince ogne errore:

«uscicci mai alcuno, o per suo merto
o per altrui, che poi fosse beato?».50
E quei che ’ntese il mio parlar coverto,

rispuose: «Io era nuovo in questo stato,
quando ci vidi venire un possente,
con segno di vittoria coronato.

Trasseci l’ombra del primo parente,
d’Abèl suo figlio e quella di Noè,
di Moïsè legista e ubidente;

Abraàm patrïarca e Davìd re,
Israèl con lo padre e co’ suoi nati
e con Rachele, per cui tanto fé,60

e altri molti, e feceli beati.
E vo’ che sappi che, dinanzi ad essi,
spiriti umani non eran salvati».

Non lasciavam l’andar perch’ ei dicessi,
ma passavam la selva tuttavia,
la selva, dico, di spiriti spessi.

Non era lunga ancor la nostra via
di qua dal sonno, quand’ io vidi un foco
ch’emisperio di tenebre vincia.

Di lungi n’eravamo ancora un poco,70
ma non sì ch’io non discernessi in parte
ch’orrevol gente possedea quel loco.

«O tu ch’onori scïenzïa e arte,
questi chi son c’hanno cotanta onranza,
che dal modo de li altri li diparte?».

       
9 virgil answers: 'the honor they have achieved in the world echoes in heaven and separates them here' : and i hear a voice: 'the eminent poet has returned' : i see four souls approaching, they seem neither happy or sad : notice the soul that leads the others, he is homer, poet sovereign : then is horace, ovid and lucan' : so i see now the school of poets which soars above all others : they now do me the honor of welcoming me into their group, i am the sixth, we walk on as far as the light, we speak of things i leave unsaid, as they request : we come to the foot of a castle, surrounded by seven walls and a river, we pass as though it was solid ground, pass through seven doors and enter a green meadow : there are souls here who seem to be of great importance, speaking little, with gentle voices : we move to the side, onto a raised opening from which i can see them all : on the grass i am told who they are: Electra, hector, aeneas, caesar, camilla and penthesilea, king latinus with his daughter lavinia, brutus, lucretia, marcia, and cornelia, and sitting apart, the saladin : i lift my head and see the master of those who know, and socrates and plato stand near him : democritus, diogenes, anaxagoras, thales, zeno, empedocles and heraclitus : dioscorides, orpheus, tully, livy, seneca, euclid, ptolemy, galen, hippocrates, avicenna, averroes : i cannot list them all, in keeping with the rule that words can't describe all fact : the six poets divide, virgil guides me from this quiet spot to the trembling air, a place with no light   76
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E quelli a me: «L’onrata nominanza
che di lor suona sù ne la tua vita,
grazïa acquista in ciel che sì li avanza».

Intanto voce fu per me udita:
«Onorate l’altissimo poeta;80
l’ombra sua torna, ch’era dipartita».

Poi che la voce fu restata e queta,
vidi quattro grand’ ombre a noi venire:
sembianz’ avevan né trista né lieta.

Lo buon maestro cominciò a dire:
«Mira colui con quella spada in mano,
che vien dinanzi ai tre sì come sire:

quelli è Omero poeta sovrano;
l’altro è Orazio satiro che vene;
Ovidio è ’l terzo, e l’ultimo Lucano.90

Però che ciascun meco si convene
nel nome che sonò la voce sola,
fannomi onore, e di ciò fanno bene».

Così vid’ i’ adunar la bella scola
di quel segnor de l’altissimo canto
che sovra li altri com’ aquila vola.

Da ch’ebber ragionato insieme alquanto,
volsersi a me con salutevol cenno,
e ’l mio maestro sorrise di tanto;

e più d’onore ancora assai mi fenno,100
ch’e’ sì mi fecer de la loro schiera,
sì ch’io fui sesto tra cotanto senno.

Così andammo infino a la lumera,
parlando cose che ’l tacere è bello,
sì com’ era ’l parlar colà dov’ era.

Venimmo al piè d’un nobile castello,
sette volte cerchiato d’alte mura,
difeso intorno d’un bel fiumicello.

Questo passammo come terra dura;
per sette porte intrai con questi savi:110
giugnemmo in prato di fresca verdura.

Genti v’eran con occhi tardi e gravi,
di grande autorità ne’ lor sembianti:
parlavan rado, con voci soavi.

Traemmoci così da l’un de’ canti,
in loco aperto, luminoso e alto,
sì che veder si potien tutti quanti.

Colà diritto, sovra ’l verde smalto,
mi fuor mostrati li spiriti magni,
che del vedere in me stesso m’essalto.120

I’ vidi Eletra con molti compagni,
tra ’ quai conobbi Ettòr ed Enea,
Cesare armato con li occhi grifagni.

Vidi Cammilla e la Pantasilea;
da l’altra parte vidi ’l re Latino
che con Lavina sua figlia sedea.

Vidi quel Bruto che cacciò Tarquino,
Lucrezia, Iulia, Marzïa e Corniglia;
e solo, in parte, vidi ’l Saladino.

Poi ch’innalzai un poco più le ciglia,130
vidi ’l maestro di color che sanno
seder tra filosofica famiglia.

Tutti lo miran, tutti onor li fanno:
quivi vid’ ïo Socrate e Platone,
che ’nnanzi a li altri più presso li stanno;

Democrito che ’l mondo a caso pone,
Dïogenès, Anassagora e Tale,
Empedoclès, Eraclito e Zenone;

e vidi il buono accoglitor del quale,
Dïascoride dico; e vidi Orfeo,140
Tulïo e Lino e Seneca morale;

Euclide geomètra e Tolomeo,
Ipocràte, Avicenna e Galïeno,
Averoìs, che ’l gran comento feo.

Io non posso ritrar di tutti a pieno,
però che sì mi caccia il lungo tema,
che molte volte al fatto il dir vien meno.

La sesta compagnia in due si scema:
per altra via mi mena il savio duca,
fuor de la queta, ne l’aura che trema.150

E vegno in parte ove non è che luca.